Sono
Psicologo e lavoro a
Piacenza e nel
lodigiano, Questo è il mio primo post
Psicologico. Ho studiato per una buona parte della mia professione,
psicologia dei consumi allo IULM. Anche se non sono un grande esperto, spero che qualcuno possa trovare giovamento dalla mia riflessione riguardante la
psicologia del marketing sulle riviste e in televisione.
Sono da 10 anni che non ho più la televisione in casa, come mai? Sono sempre stato molto sensibile alle immaggini, amo il cinema e i film, adoro anche i video clip e tutto quello che è comunicazione visiva; proprio per questo motivo non riesco più a guardare la televisione. Vi chiederete ancora "Ma come mai?". Se la dovessi guardare mi sentirei continuamente "violentato" dai messaggi e le immagini intenzionate di messaggi pubblicitari. Giustamente, la televisione è fondata quasi totalmente sul profitto e se non c'è profitto, sembra, non ci possa essere televisione. Quando guardo le pubblicità, io non vedo delle semplici immagini ma vedo esattamente cosa pensano di me l'ufficio di marketing di quella pubblicità. Mi sbattono in faccia quello che pensano essere i miei, desideri, i miei bisogni, i miei punti deboli per vendermi qualcosa sfruttando le mie necessità.
Per comprendere a pieno quello che voglio dire vi consigli di prendere 5 riviste dal vostro cesto e sfogliatele. Guardate qual è la frequenza della pubblicità e il tipo di pubblicità, fatene una analisi critica, valutate il prodotto, il costo e il profilo della persona che usa quegli oggetti o servizi.
Vi faccio un esempio pratico, se sfogliate il National Geographic in mezzo a immagini di animali e paesi magnifici, ci saranno pubblicità di Rolex, Land Rover, Spa, macchine fotografiche oltre gli €400, questo vuol dire solo una cosa: che il National Geographic viene letto e visto sopratutto dai "
radical chic". Sfogliate "Dove" vedrete che il target è simile, forse cambia un pò il budget o la capacità del portafoglio ma, giustamente, pensano che chi compra un giornale di viaggi (il giornale costa sui €5) ha soldi da spendere a fondo perduto per visitare posti lontani e in genere non è una persona dallo stipendio di €1000.
Ora sfogliate Itinerari e non vedrete quasi neanche una pubblicità, anzi a memoria direi proprio nessuna, il formato è quasi tascabile, il costo della stampa è inferiore in quanto le foto non devono essere grandi e luminose come le prime due riviste. Il giornale ha come target il viaggiatore che si arrangia, quello bio, eco, sostenibile e rispettoso dell'ambiente. Quello che con €200 fa un viaggio.
Ora sfogliate un giornale come Io Donna e allenatevi un pò a capire cosa pensano di voi.
p.s.: questo articolo potrebbe sembrare un attacco al capitalismo et simila ma assolutamente non ha alcuna intenzione "economica", semplicemente ho cercato di profilare il target di alcune testate giornalistiche.
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